di MATTEO CORSINI
Da anni in Italia chi chiede il voto da posizioni di centro-destra promette riduzioni di tasse e altri provvedimenti che aumentano la spesa pubblica. Poi generalmente, quando al governo, non riduce realmente le tasse, ma fa correre la spesa pubblica, con conseguente aumento di deficit e debito. Senza che si materializzi la crescita del Pil che, secondo una versione peninsulare di keynesismo, dovrebbe essere pari a un multiplo della maggior spesa.
Per contro, chi chiede il voto da posizioni di centro-sinistra promette riduzioni di tasse ai meno abbienti e altri provvedimenti di spesa, finanziati tassando i ricchi, identificati poi con coloro che hanno redditi annui superiori a 35mila euro lordi.
Poi ci sono quelli, come il M5S, che promettono assistenza, ma senza dire dove prenderanno i soldi, se non promettendo un futuro radioso fatto di energie rinnovabili e crescite del Pil miracolose. Una versione del keynesismo peninsulare a tinte green.
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