di LEONARDO FACCO
L’europropaganda è un fenomeno da voltastomaco, che ormai non è solo relegata alla televisione di Stato, con la messa in onda di spot “pro-Europa”, tanto ributtanti nei contenuti quanto belli e zuccherosi nella fattura. La vicenda del PNRR ne è la più lapalissiana delle conferme.
Quando parlano di Unione europee, i giornalai di regime confezionano sempre servizi con in sottofondo musica suggestiva, con una voce narrante che ti rassicura, con giovanetti multicolor che si sentono integrati, ma in realtà sono solo degli integralisti collettivisti. Un poutpurri di buoni sentimenti che pretende di farci apparire l’Unione dei venti e passa come il grande, unico paese delle meraviglie possibile, dove ognuno di noi è un’Alice predestinata. E Zelensky è il nostro eroico fratello!
Siamo ai caroselli, diciamocelo chiaro, degni del Minculpop di mussoliniana memoria. Perché l’Unione europea non è più un’area di libero scambio e libera circolazione
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