di PIETRO AGRIESTI
Io sono un accanito critico della lotta alla disinformazione. Può sembrare quindi che sostenga che il fact checking o la moderazione sui social non dovrebbero esistere. Ma in realtà non è così. Io non dico che uno non possa aprire un sito e chiamarlo bufale.net, facta, truenumbers, pagella politica, open, etc.. e fare articoli di fact checking. Uno può fare quello che vuole. Si chiama libero mercato, libera impresa, libero scambio, libertà di espressione.
Persino se non capisci bene l'italiano, non sai bene cosa stai facendo, sei intellettualmente limitato, e i tuoi tentativi di fare fact checking sono penosi e ti fanno apparire un completo deficiente, insomma anche se sei David Puente, chi sono io per impedirti di umiliarti così?
Ugualmente, non dico che una piattaforma non possa avere delle linee di moderazione. Una piattaforma dovrebbe essere libera di adottare la moderazione che crede, tanto minimal o pesante quanto ritiene. Tra l'altro senza alcun
Articolo interessante, ma un po’ contorto e brainfucker. Articolo da eridanio.