di ALBERTO MASCIONI
Lo scopo di una fake news è diffondere una falsità al fine di disinformare e supportare un’opinione o una tesi che non starebbero in piedi da sole. Ma l’efficacia di una fake news, cioè il “danno” che la stessa può creare a livello di disinformazione non è sempre uguale.
Il “danno” è infatti direttamente proporzionale a due fattori: il primo fattore è la verosimilità della notizia, cioè la credibilità che la stessa può avere presso il pubblico.
Il secondo fattore è la fonte che la diffonde; nel senso che tanto più autorevole e credibile è la fonte, tanto maggiore sarà la diffusione e la visibilità che avrà la fake news e quindi il “danno” che potrà creare.
Per chiarire ulteriormente il concetto, vi faccio un esempio. Se un blogger sconosciuto scrivesse su un social che Aldo Moro fu rapito e ucciso dai Rettiliani, solo poche decine di idioti ci crederebbero. Ma se il Corriere della Sera, cioè il più prestigioso quotidian
Sarà che la matematica la mastico bene e conosco le dimensioni dell’antartide, ma io non vi vedo nulla da eccepire.
La notizia è esatta, se il piteco medio italiota pensa ai green da golf e non riesce a capire al volo quanto poi viene spiegato nell’articolo è un problema suo e del suo analfabetismo di ritorno (e spesso pure di andata).
(Azz, certo che la panda diesel…)