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Umiliazione e perdita della dignità: il degrado visto tramite il “Viaggio in aereo”

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di JOSHUA STYLMAN C'è stato un tempo in cui i viaggi in aereo incarnavano una certa dignità. Le persone si vestivano per l'occasione, il servizio era attento e il viaggio stesso aveva un valore che andava oltre il semplice trasporto. Dopo anni di imbarchi settimanali per lavoro e per svago, per svariati motivi, negli ultimi anni ho volato molto meno. Il mio recente viaggio con la famiglia non mi ha fatto rimpiangere la pausa, anzi, ha rivelato quanto ci siamo allontanati da quell'approccio al viaggio un tempo raffinato e rispettoso. Ciò che mi colpisce più profondamente è l'apparentemente deliberata e sistematica disumanizzazione che ora definisce l'esperienza. Siamo ammassati in un teatro di sicurezza dove veniamo irradiati da scanner a corpo intero, separati casualmente dai nostri beni e dai nostri compagni di viaggio, palpeggiati da estranei in uniforme e costretti a stare in piedi senza scarpe e senza cintura in una performance che maschera la sicurezza ma che assomiglia
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3 COMMENTS

  1. Ah, però per quanto riguarda lo spazio a bordo, ci sono posti scelti, basta pagare. Certo che se voli con Ryan a 29,99 per un paio d’ore non puoi lamentarti.

    • Ma infatti nell’articolo lo si percepisce questo concetto! Però, da uomo che ha viaggiato per la prima volta 60 anni fa, ho percepito questo articolo come un riassunto assai veritiero! 🙂

  2. Articolo stupendo, avrei voluto scriverlo io.
    Credevo di essere l’unico insofferente ai toni e alle manazze schifose degli sbirri di merda.

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