Benvenuti nella “Charocrazia”: gli stupidi, Aristide e gli elettori

di WILL OGILVIE VEGA DE SOANE Siamo stupidi. Ecco, l'ho detto. Ora mi sento molto meglio, come se mi fossi finalmente aperto in una terapia di gruppo. I dottorati di ricerca non risolveranno il problema, né gli abbonamenti a tutte le migliori testate giornalistiche. Come individui, semplicemente non abbiamo la capacità di decidere cosa sia meglio nella vita pubblica. Come elettori, di solito non ci interessa cosa facciano i nostri rappresentanti, né abbiamo la più pallida idea di quale dovrebbe essere la politica migliore in materia di agricoltura, intelligenza artificiale o assistenza sanitaria, e questo vale anche nei giorni migliori. Ma crediamo di saperlo. In fondo pensiamo di essere sovrani, che la democrazia sia "tutti noi", come se il governo fosse una nobile incarnazione del "popolo" piuttosto che un'altra raccolta di persone organizzate con interessi privati. Plutarco racconta una storia che ho sempre trovato meravigliosa. Riguarda Aristide "il Giusto", uno degli er