di GIANMARCO LUCCHI
Persa Cassano Magnago, paese natale di Umberto Bossi; persa Mozzo dove vive Roberto Calderoli; persa Sarego, sede del parlamento padano; persa la maggior parte dei feudi in Lombardia. Fuori dal ballottaggio a Legnano. Persa soprattutto Monza, la più grande città lombarda con sindaco leghista, ancorché a capo di una delegazione. Risultato disastroso a Como e a Erba, dove era candidata sindaco la deputata Erica Rivolta. In Brianza, dove il Carroccio era abituato a stare sopra il 30%, si salvano solo Cantù e Meda, dove i candidati leghisti vanno al ballottaggio. Sotto il 7% in un centro importante come Crema. Gli unici centri medi conquistati sono Mortara (Pavia) e Rovato (Brescia). Nella Bergamasca, storica roccaforte, persi quattro sindaci su sei. In Piemonte le cose non sono andate troppo male, ma lì non si sono mai toccate vette entusiasmanti. Sotto il Po, invece, il Carroccio si squaglia e la famosa avanzata del 2008 diventa una ritirata.
In Veneto la L
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