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Un imprenditore contro il sostituto d’imposta

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DI REDAZIONE* Intervista a Giorgio Fidenato, di Luciano Capone Il sostituto di imposta è “chi in forza di disposizioni di legge è obbligato al pagamento di imposte in luogo di altri”. È il meccanismo per cui il datore di lavoro diviene esattore: versa al dipendente solo una parte della retribuzione e gira il resto allo Stato. Già nel 2000 i Radicali, con la consulenza dell’allora liberale Giulio Tremonti (sì, esisteva un Tremonti liberale, quello che ha scritto “Lo Stato criminogeno”), avevano raccolto le firme per un referendum abrogativo contro la norma, ma il quesito venne bocciato dalla Consulta. Dopo diversi anni un combattivo imprenditore agricolo di Pordenone, Giorgio Fidenato, ha iniziato una battaglia solitaria contro il “sostituto d’imposta”. Dal gennaio 2009 il presidente degli Agricoltori Federati, dopo aver auto-denunciato all’Agenzia delle Entrate e all’Inps il rifiuto di sostituirsi ai propri dipendenti nel pagamento delle imposte, versa a
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