di CARLO LOTTIERI
In questo disgraziato Paese un fronte liberale non esiste, per varie ragioni. Il numero di quanti avversano lo strapotere statale è troppo ridotto perché si possa costruire un soggetto politico a difesa dei diritti individuali, e chi ha percorso in qualche modo tale strada (penso all’iniziativa di Oscar Giannino) si è trovato dapprima a mettere troppa acqua socialista nel vino liberale e poi, anche prescindendo dall’infortunio dei diplomi inesistenti e dello Zecchino d’oro, ha dovuto prendere atto che uno spazio elettorale di quel genere non c’è proprio.
C’è invece un’area politica in grado di far saltare definitivamente il banco, favorendo un processo di disgregazione dello Stato nazionale che dia vita a giurisdizioni indipendenti. Come sostenni qualche mese anche a Lugano, in un incontro organizzato da taluni amici libertari, l’unica concreta strategia che possano adottare quanti ambiscono a realizzare una svolta radicale consiste nel favori
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