di MAX FERRARI*
Cosa c’è di più democratico di un referendum popolare come quello programmato dalla Crimea per decidere il proprio destino? Nulla: è il massimo della democrazia. Ma alla UE, agli USA e ai nostri giornali non piace e dopo aver saputo che il parlamento di Crimea ha dato parere favorevole ad un ricongiungimento alla Russia e ha stabilito un referendum per il 16 marzo prossimo, l’Occidente ha dato in escandescenze parlando di “illegalità”, di “pratica fuorilegge” e ha minacciato una serie di dure rappresaglie contro la Russia che finiranno per essere un boomerang soprattutto per l’Italia a cominciare dall’ideona di tagliare gli acquisti di gas e renderci del tutto dipendenti dagli arabi.
Eppure dalla Crimea fanno sapere che gli osservatori internazionali saranno i benvenuti e potranno vigilare la regolarità del voto, ma forse proprio questo è il problema: tutti sanno che non ci saranno brogli e che i filorussi stravinceranno senza trucchi mettend
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