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Arrivera’ l’ora di combattere o moriremo di liste, proclami e marcette?

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di SANDRO MIGOTTO In maniera sommessa, senza pretendere di avere verita’ alcuna da divulgare, vorrei esprimere il mio pensiero sulla remota possibilita’ di vedere in tempi relativamente brevi la mia terra libera. Il Veneto, ovviamente. Negli ultimi anni vari gruppi politici hanno tentato praticamente tutte le strade “pacifiche e legali” sperando e giustamente pensando che in Italia ci fosse democrazia, che il volere di un Popolo contasse qualcosa. Cosi’ non e’, mettiamoci il cuore in pace.  Ne’ tantomeno e’ ragionevole pensare  che qualsivoglia organismo internazionale si attivi per tutelare gli interessi del Popolo Veneto. Qualcuno, anzi la stragrande maggioranza dei gruppi politici indipendentisti veneti auspica la “presa della Regione” ovvero l’ennesima tornata elettorale del 2015, forti della pubblicita’ derivante dalla celebrazione del referendum autogestito, della Legge che ha istituito il referendum per l’autonomia e/o per l’indipendenza, dell
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5 COMMENTS

  1. E’ evidente che non si otterrà mai l’indipendenza dall’italia, basti guardare le difficoltà che incontrano Catalogna e Scozia. Cercare di ottenere qualcosa con le regole italiane è pura follia, si è citato l’esempio della Lega, che alla fine è diventata tutto fuorché un movimento indipendentista o del Movimento 5Stelle, che nel Parlamento italiano ed in quello europeo ha appena appena il diritto di parola ma poi non riesce ad ottenere nulla.
    Chiunque abbia dimestichezza di tattiche militari sa che il nemico si combatte su un campo scelto e preparato da noi, non da quello scelto dall’avversario. Combattere l’italia con le sue leggi è semplicemente tempo perso.
    Come costringere l’avversario a combattere sul nostro terreno? Evitate votazioni, referendum, tanto truccano i voti, farebbero votare milioni di gente arrivata dall’italia oppure semplicemente ignorerebbero l’esito come con il finanziamento pubblico ai partiti. Semplicemente dichiarate l’indipendenza, formate un governo provvisorio e fate votazioni per il nuovo parlamento con le nostre leggi elettorali, e solo per chi abbia la nostra cittadinanza (con lo ius sanguinis ovviamente). A quel punto sul medesimo territorio ci saranno due poteri in competizione, ci saranno atti di forza, denunce per violazione dell’articolo della Costituzione sull’integrità territoriale, tenete duro minacciate pesanti ritorsioni appena raggiunta la piena indipendenza e rimane solo l’ultimo passo: il riconoscimento internazionale. Ottenuto quello gli italiani si dovranno ritirare con la coda tra le gambe. La parte difficile è il riconoscimento internazionale, alcuni paesi saranno contrari (Spagna, Regno Unito) la Unione Europea si è già espressa contro, gli Stati Uniti anche. Ma altri paesi europei, tra cui la Russia, saranno favorevoli, forse anche l’Onu. Ma a mio parere se si giocano bene le carte, Francia, Germania e Svizzera potranno farlo.

  2. Gent.mo Migotto, non ho mai avuto il piacere di conoscerla, ma condivido totalmente le sua profonda analisi ad eccezione dell’ultimo passaggio.
    Infatti viviamo in uno stato pesantemente militarizzato (5 corpi di polizia di cui due militari) che controlla capillarmente il territorio e scheda sistematicamente la popolazione allo scopo di esercitare il controllo e condizionamento politico. Lo stato italiano poi è una potenza controllata dagli anglo-americani (chiedetevi perché i media ci tengono costantemente informati sulle vicende famigliari dei regnanti inglesi e degli occupanti della casa bianca e ignoriamo persino il nome dei regnanti svedesi, olandesi ecc.) i servizi segreti italiani dipendono da quelli anglo e USA, idem per l’economia e le banche anche se indirettamente (le imprese con produzioni sofisticate o strategiche o vengono fatte fallire o vengono acquistate o controllate da imprese USA). Tutte le comunicazioni telefoni, SMS, mail ecc. Vengono intercettate e archiviate da NSA (questo post avrà sicuramente fatto scattare un controllo e al nostro fascicolo aggiunta questa “referenza”)
    Un esercito veneto avrebbe vita brevissima, anzi! Verrebbe “usato” al momento giusto per screditare il movimento indipendentista o terrorizzare i cittadini, (vedi la fine della polizia veneta dell’MLV: arresti e perquisizioni con ampio risalto sui media una settimana dopo la festa dei veneti).
    Non c’è scelta, la via pacifica e non violenta è l’unica da perseguire. Ciò però no preclude la possibilità di attuare la “resistenza passiva”, o azioni di forza quali blocchi di strade o occupazioni di luoghi pubblici ecc.

  3. Tutto fa brodo.
    Però il piatto forte è la protesta fiscale.
    Questo è il perno centrale.

    Quando i veneti troveranno la determinazione necessaria per una rivolta fiscale massiva e irreversibile, allora saranno automaticamente liberi ed indipendenti.
    Padroni dei propri destini, nonostante le lettere del fisco e di equitalia.

    Dopo saranno gli altri a cercare il ragionamento, a fare pressioni.
    Ma a quel punto i veneti detteranno le loro condizioni.

    Se saranno uniti e ben organizzati riusciranno.

    Io non sono veneto, ma mi piace Chiavegato.

  4. in effetti non stiamo facendo nulla…
    Oggi e’ comparso sul gazzettino di Venezia la lista dei personaggi veneti che incassano mensilmente il vitalizio da ex consigliere regionale. Ho letto i nomi del fior fiore dei leaders indipendentisti, gente seria e perbene. Chieda a loro.

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