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All’indipendentismo veneto non serve il “partito unico”

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di ALESSANDRO MORANDINI Si dice spesso, senza riflettere troppo, che il sovrapporsi di idee su che cosa bisogna fare e come bisogna agire per raggiungere l’obiettivo condiviso da tutti i desideranti l’indipendenza del Veneto abbia generato, nel corso degli anni, conflitti e lacerazioni all’interno dell’indipendentismo. Si presuppone cioè che l’indipendentismo dovrebbe consistere in un unico movimento, con una sola soluzione strategica (in genere si pensa ad un solo partito indipendentista), un solo leader, un solo discorso condiviso da tutti, una sola organizzazione capace di mobilitare in una sola volta tutti gli indipendentisti per fare ciò che il solo leader o il solo gruppo dirigente decide di fare. Non è forse questa, invece, una visione fosca e triste dell’indipendentismo veneto? E’ preferibile una certa qual varietà di idee, di proposte, di ipotesi e di azioni capaci, appunto, di restituire all’indipendentismo veneto quella ricchezza indispensabile affi
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