di ANDRE' DEGIS
C'è sommovimento politico, ovunque e di ogni tipo, al punto che anche i quieti valdostani - di fronte allo sfacelo della Repubblica italiana e del sistemo politico-partitico - hanno rialzato il vessillo dell'indipendentismo, mai sopito in quelle aree di madrelingua francese, quando non patois (patuà).
Ieri, ha detto la sua un assessore regionale: "Forse bisogna cominciare veramente a ripensare a forme di protesta più significative. Le parole non bastano più. Bisogna ricominciare a parlare di indipendenza, cominciare a dire che in Europa possiamo andarci per i fatti nostri e non abbiamo bisogno di un paese come questo che non tiene conto delle sue realtà più piccole, ma anche più serie e concrete''.
Lo ha detto l'assessore al bilancio della Valle d'Aosta, Leonardo La Torre, in merito all'ipotesi di abolizione delle regioni. Ora, non sta a noi dire quanto ci sia di veritiero in una simile uscita, ben poco corretta politicamente, ma ciò che non può essere
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