di ENZO TRENTIN
«La riforma costituzionale Renzi-Boschi è un requiem per il referendum abrogativo. Gli ostacoli che nel corso degli anni lo hanno di fatto reso impraticabile, a partire dal quorum elevato e dalle procedure borboniche di raccolta firme, si aggravano anziché essere rimossi». Non lo diciamo noi, che pure da tempo ci battiamo per una diversa specificità e regolamentazione dell'istituto di democrazia diretta per eccellenza; lo scrivono Riccardo Magi (Segretario di Radicali italiani) e Mario Staderini, sul quotidiano “Il Manifesto” del 15/1/2016. Ovvero lo scrive un giornale comunista che degli istituti di partecipazione popolare ha sempre avuto un'idea alquanto singolare.
Gli autori dell'articolo, a ragione sostengono, che: «Introdurre una parziale riduzione del quorum per chi raccoglie in tre mesi 800mila firme autenticate da un pubblico ufficiale, significa permettere i referendum esclusivamente ai grandi partiti che dispongono sul territorio di un esercito