di GILBERTO ONETO
Dei risultati elettorali e delle prospettive future della Lega si è detto e scritto parecchio. Sulla situazione del mondo autonomista e indipendentista si è invece fatto scendere un pudico velo che è venuta l’ora di squarciare.
Il risultato elettorale dei partiti autonomisti e indipendentisti è stato catastrofico.
Se si escludono i partiti “storici” (Svp, valdostani), tutti gli altri (sardi compresi) hanno raccolto solo briciole. In Padania si sono presentati l’Unione Padana al Senato (7.324 voti) e ben tre liste in Veneto: Indipendenza Veneta (29.696 al Senato, 33.274 alla Camera), Liga Veneta Repubblica (20.381 e 15.838), e Veneto Stato (8.950 e 11.378).
L’Unione Padana ha pesantemente pagato la solitaria presenza al Senato e solo in Lombardia e l’inesistente campagna elettorale. Ha puntato tutto alle regionali su un candidato indipendentista nella lista di Fare che non è passato sia per le sciagure universitarie e canterine di Giann
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