di PAOLO PAMINI
Tutto si può dire dei popoli europei tranne che manchi loro la voglia di chiedersi se siano ancora nello Stato giusto. Ai catalani non è dato a sapere se potranno votare sull’indipendenza a 300 anni esatti dalla perdita della loro sovranità; gli scozzesi lo hanno fatto e indipendentemente dall’esito saranno più slegati da Londra; dopo già aver plebiscitato l’indipendenza in primavera con un referendum spontaneo online, i veneti stanno aspettando passi concreti dalla Regione. Non parliamo poi dei fiamminghi in Belgio, o ancora dei lombardi che qualche idea se la stanno iniziando a fare.
Il tratto comune di tutte queste realtà è che sono il risultato di unioni politiche quasi mai volontarie, spesso frutto di guerre e stravolgimenti politici su scala continentale. Paradossalmente, quasi tutti accorpati con l’argomento nazionalista (spagnolo, italiano, inglese) che proprio oggi anima invece la volontà di autodeterminazione. Quella che stiamo vivendo è
purtroppo siamo in balia dei politici che vedono solo i loro personali interessi e manovrano i destini dei popoli con la loro personale ristretta visione… ciò che è razionale, semplice e giusto per il vero progresso e la felicità della gente viene ostacolato in tutti i modi da disegni che non hanno senso se non nella testa dei teorici dei megastati di cui i politici approfittano riempiendosi la bocca e le tasche…