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Ecco il 190° segnale della ripresa: le regioni hanno un buco di 20 miliardi

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regioni300di LUIGI CORTINOVIS

C’è poco da girarci intorno, in Italia lo Stato e le sue amministrazioni locali sono, quasi tutte, un’immensa discarica di perdite e di debiti. La Corte dei Conti, infatti, ha recentemente fatto emergere che i debiti delle regioni italiane ammontano a circa 20 miliardi di euro. Quelli che si conoscono, visto che la magistratura contabile ha anche scoperto (vedasi il caso del Piemonte), che gli amministratori regionali hanno anche falsificato i bilanci, usando artifizi contabili di varia natura.

Una ventina di miliardi di rosso a cui vanno aggiunti altri buchi, che nei bilanci regionali si contano come quelli nel gruviera, ha scritto il Giornale: “Visto che la gestione finanziaria è così brillante, le Regioni amministrano anche svariate società partecipate, molte inutili. Solo la Toscana, e solo nel 2014, ha accumulato un disavanzo di 5,3 milioni di euro con i propri «enti strumentali» (dalle terme alle acque minerali ai campi da golf). In media il 40% delle partecipate regionali italiane è in rosso, e le loro perdite sono superiori ai pochi utili prodotti da quelle che non chiudono in disavanzo. Con punte negative nel Sud (il 70% è in rosso), dallo zuccherificio regionale del Molise al sale della Regione Sicilia, il conto è sempre amaro. La Sicilia, appunto. Tra le Regioni a statuto speciale è quella messa peggio, la Grecia italiana. Il debito della regione governata da Crocetta è come quella di un piccolo Stato in default: 7 miliardi 525 milioni e 547mila euro di debiti”.

Solo Veneto e Lombardia galleggiano (ovviamente i contribuenti sono stratassati). Per il resto, la cloaca maxima regna lungo tutto lo stivale.

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2 COMMENTS

  1. Io ho sempre pensato che le regioni fossero da abolire , e che la loro istituzione dopo ripetuti rinvii sia stato un grande errore.
    D’altronde la classe politica aveva molto appetito ,e dopo il boom economico degli anni 60 ha deciso di aprire la mangiatoia regionale.
    Un qualsiasi partito indipendentista dovrebbe avere al punto primo del programma proprio l’abolizione delle regioni, in toto.

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