di VITTORE VANTINI*
Ho letto, come sempre con vivo interesse un paio di giorni fa, l'articolo di Bracalini, che è certamente persona stimabile e di sterminata cultura storica-politica. Intervento che ha sollevato numerosi e contraddittori interventi (alcuni dei quali eccessivamente rabbiosi). Non c'è dubbio che si tratta di uno scritto duro, come lo è del resto l'ultimo di Oneto.
E non voglio parlare della TAV, perchè conosco solo ciò che i media (in larga misura "venduti") e i No-Tav (voce di parte) affermano e anche perchè, da seguace delle dottrine del professor Gianfranco Miglio, più che disperdermi in questioni particolari, anche se importanti, cerco di raccapezzarmi sulle idee e sui metodi che potrebbero cambiare la "vita" del Nord. Infatti, quando penso o sogno una diversa situazione geo-politica, mi immagino una scritta: "Repubblica del Nord". Padani? Veneti? Insubri? Lombardi? Gruppi e gruppetti? Ecc.ecc. No grazie. Io penso al popolo del Nord, a quello che c'è.