di ENZO TRENTIN
La vergogna è un sentimento che identifica la comunità a cui si appartiene; la si prova, infatti, solo verso le persone che contano nella nostra vita e di cui si condividono valori, norme, comportamenti. E definisce anche l'identità di chi a quel gruppo appartiene. Per esempio, una donna occidentale, denudata in pubblico, con le mani copre capezzoli e pube: sai chi sono, ma non vedi la mia intimità; una orientale, il volto: vedi l'intimità, ma non sai di chi. Sono alcune delle considerazioni uscite da “quatro ciacole” informali emerse ad un certo punto d'una conversazione tra indipendentisti veneti. Nello stesso contesto è emersa anche una frase di Alexis de Tocqueville, che da' il titolo a questo articolo.
È stato detto anche: «Chi è "senza vergogna" è fuori dal gruppo, escluso.» Non è vero! Basta guardare al mondo della politica in generale, o al quadro dell'Italia che faceva Giuseppe Prezzolini del 1917: «[...] L'italiano è un popolo che si fa
Grande Prezzolini! Grande! …e grande l’Enzo Trentin che lo rispolvera. Pensa che, figlio di prefetto (Perugia, ma la famiglia era pisana delle parti di Morrona, Soiana o giù di lì, dove si fanno buoni vini), non ha mai avuto un diploma di scuola italiana perché non aveva tempo da perdere con le scuole statali! Sarebbe una manna se tu rispolverassi anche il suo amicone Giovanni Papini, anch’egli col dente avvelenato con Roma e l’Italia… Grazie Enzo!