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Ci mancava solo il Papa ad elogiare il Fisco (in)giusto

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di MATTEO CORSINI I vertici dell'Agenzia delle entrate sono stati in udienza dal Papa, secondo il quale la tassazione "è segno di legalità e giustizia. Deve favorire la redistribuzione delle ricchezze, tutelando la dignità dei poveri e degli ultimi, che rischiano sempre di finire schiacciati dai potenti. Il fisco, quando è giusto, è in funzione del bene comune. Lavoriamo perché cresca la cultura del bene comune, perché si prenda sul serio la destinazione universale dei beni." Dal canto suo, Ernesto Maria Ruffini, capo dell'Agenzia, ha detto: "Con il nostro lavoro di ogni giorno raccogliamo quelle risorse che consentono a tutti noi cittadini di vivere insieme, cercando di non lasciare indietro gli ultimi, i più poveri, i più piccoli, i più indifesi. Risorse che ci permettono di essere una comunità e di andare incontro al prossimo." Pare, quindi, che la tassazione sia uno strumento per fare il bene al prossimo, mediante la redistribuzione della ricchezza. Credo che
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3 COMMENTS

  1. Non c’è una singola cosa con cui io sia d’accordo con questo Papa, che continua ad entrare pesantemente in ambiti che non sono i suoi, quelli temporali. Se date ancora importanza a queste cose, disertate le chiese e fatevi protestanti, possibilmente valdesi, se no semplicemente disertate le chiese in buona compagnia, visto che ormai nelle messe, con preti stranieri, perché nessuno in Europa fa più il prete cattolico, ci vanno solo le vecchiette.

    • Non condivido l’idea che un pontefice non possa occuparsi di affari temporali e che tali affari non siano di sua competenza. Il problema è che se ne occupa male. Basterebbe che rileggesse Tommaso D’Aquino e Agostino d’Ippona per evitare di dire idiozie. Il guaio non è che non li conosca ma che non li mette in pratica. Il fisco giusto non esiste, è come se dicesse che il pizzo mafioso è giusto se non oltrepassa una determinata cifra. Non si rende conto. o vuole lasciarcelo credere, che è il principio in sé a essere sbagliato e non l’entità della cifra. Il titolo dell’articolo è sbagliato: non “ci mancava”, primo perché non ne sentivamo la mancanza; secondo perché l’aveva già detto in passato. Questo è un pontificato inutile, come il primo settennato dell’attuale presidente della repubblica italiana (rigorosamente tutto in minuscolo). Immagino, forse sbagliando, che il settennato successivo sarà ancora più inutile.

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