di MATTEO CORSINI
Come è noto, da diversi anni i governi inseriscono clausole di salvaguardia, sotto forma di aumenti di IVA e, in misura minore, accise, per abbassare il rapporto tra deficit e Pil degli anni futuri. Salvo poi, di volta in volta, spostare in avanti le clausole medesime, in parte trovando altre coperture e, in parte maggiore, facendo più deficit (che chiamano “flessibilità”, oggetto di contrattazione con la Commissione europea).
Nella manovra di bilancio 2019 il governo ha messo sul 2020 una ipoteca di 23 miliardi, che diventano quasi 29 nel 2021. Disinnescare queste cifre diventa sempre più difficile, tanto che il ministro dell’Economia sarebbe favorevole a un aumento, almeno parziale, dell’IVA. Punto di vista condiviso dal predecessore, Pier Carlo Padoan, il quale avrebbe volentieri aumentato l’IVA, scontrandosi peraltro con il parere contrario tanto di Renzi quanto di Gentiloni.
Secondo Padoan, l’aumento dell’IVA è “un'idea ricorrente, c