di MATTEO CORSINI
In Italia chi chiede di essere votato lo fa promettendo aumenti di spesa o tagli di tasse rivolti a determinati gruppi di interesse. La divergenza di opinioni riguarda, quindi, chi rendere consumatore di tasse, dato che tutti quanti sono, quanto meno implicitamente, sostenitori dell’idea che fare deficit sia la (sola) via allo sviluppo economico.
L’unica differenza, forse, è che quando all’opposizione c’è la sinistra, chiede aumenti di tasse ai ricchi (identificati poi con chi ricco veramente non è, per avere più base imponibile), mentre quando c’è la destra a essere richiesti sono tagli di spese fiscali, che poi portano aumenti di tasse per chi beneficiava dei bonus incriminati.
In tempi di Covid-19 non c’è più neppure un timido tentativo di indicare una riduzione di spesa, che peraltro dovrebbe essere realmente tale e non un aumento di tasse sotto altro nome. Lo si può desumere dalla lettera pubblicata sul Sole 24 Ore di Matteo Salvini,