di SALVATORE ANTONACI
Non è bastata la campagna appassionata di Nigel Farage, campione riconosciuto dell' euroscetticismo militante, per il NO all'ingresso della Croazia nell'Unione.
L'esito del referendum che ha visto quest'oggi consultato l'elettorato della piccola repubblica ex-jugoslava appariva scontato sino a poco tempo addietro, ma la forbice tra le due risposte al quesito si era accorciata negli ultimi giorni del voto.
Alla fine, tuttavia, il consenso all'importante svolta si è materializzato con dei numeri tali da smorzare qualsiasi velleità. Dai primi polls della televisione di Zagabria, infatti, almeno due terzi dei croati hanno dato il proprio avallo ai desiderata della quasi unanime classe dirigente del paese. Quasi tutti erano concordi, dalla coalizione di centro-sinistra recentemente trionfatrice delle elezioni legislative alla malconcia destra nazionalista al potere fino a poche settimane orsono. Solo gli irriducibili ultrà del Partito del Diritto e i regio
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