di PONGO
Se i corsi di lingua cinese, russa e araba hanno un aumento notevolissimo di iscritti, ci sarà pure un motivo. Sto leggendo che, per lo meno a Milano ma credo che accada sempre più ovunque, in tre anni nel capoluogo lombardo sono spariti circa 500 negozi. Proprio quei negozi in cui è tanto bello entrare, dove non sei solo un numero che compra ma dove è possibile anche un sorriso non formale e scambiarsi magari una parola. I negozianti superstiti fanno una fatica disperata e le motivazioni dei sopravvissuti sono un grande amore per il proprio mestiere, una tradizione di famiglia e continue idee e strategie assolutamente necessarie per stimolare l’interesse dei clienti. Ma la principale condanna è per chi non è proprietario dei muri del negozio. Per il resto l’apertura di nuovi esercizi è in minima parte di italiani e ben tre volte superiore quella di cinesi ed immigrati.
Come mai? Acquistano? Chiunque sta in una città se ne rende conto pers
I New Yorkesi Wasp dicevano la stessa cosa quando sono arrivati i wop o dego dall’Italia che perdippiù avevano una relazione intima con l’aglio. Immagino che anche i nostri avi devono essersi sentiti invasi da tutti quei alimenti foresti come il mais, il pomodoro, la patata senza contare l’anguria e lo zucchero che i Sarracini ci hanno imposto nel Medioevo. VIVA L’AUTARCHIA!
Dare il governo ai Cinesi no, però fare lavorare i politici al ritmo e con la paga dei cinesi sì.
Sì, cosi magari introducono la SHARIA e per donne e gay sai le risate!!!!