di MATTEO CORSINI
Mi è capitato di leggere la recensione dell'ultima fatica letteraria del sociologo Domenico De Masi, dal titolo "La felicità negata". E di chi sarebbe la colpa della negazione della felicità per tutti? Niente meno che di Hayek e Mises, che sarebbero addirittura alle basi del Washington consensus. Scrive De Masi:
"A prescindere dalla testardaggine con cui gli economisti tentano e ritentano di imbrigliare la felicità entro dimensioni metrico-decimali, resta il fatto che gli esseri umani, alle sfide che la natura ha teso loro da sempre (fame, dolore, malattie, morte), ne hanno aggiunto altre due, di propria iniziativa: il progresso tecnologico e la complessità. La Scuola di Vienna le ha affrontate puntando sulla ricchezza; quella di Francoforte puntando alla felicità. Per ora ha vinto la Scuola di Vienna, per cui ci ritroviamo meno felici e con più poveri."
Per questo sarebbe ora di finirla con l'individualismo e dare anche spazio all'"ozio creativo", c