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Depositi a rischio se una banca fallisce: il g20 annuncera’ un piano di confisca

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di FABRIZIO DAL COL

depositi-bancariDovesse succedere che una banca è costretta al fallimento, accadrebbe che i conti correnti dei più ricchi, ovvero quelli che sono depositati presso il suo istituto, potranno essere ritirati. Una operazione, quella di cui sopra, che inevitabilmente farebbe diventare le banconote più preziose dei depositi.

Dopo che si sarà tenuto il vertice del G20 di Brisbane, i più potenti del mondo molto probabilmente renderanno ufficiale il piano di confisca dei depositi bancari delle somme più ingenti in caso di fallimento di una banca, una scelta politica destinata a mettere a soqquadro l’intero pianeta, e anche, ad accelerare i timori che i conti correnti possano assumere un valore inferiore a quello delle banconote, come del resto era già  successo nel 1923 e nel 1932.

Russel Napier, che è un consulente di investimenti,  ammette che se  fosse così veramente, il valore dei depositi, dei titoli e forse anche delle obbligazioni che sono in banca, sarebbe inevitabilmente destinato a scendere in termini nominali. Per indorare l’amara pillola, I leader dei più grandi Paese del mondo, riuniti per l’occasione al vertice in Austalia,  annunceranno formalmente che i depositi sono solo una parte della struttura di capitale delle banche. In sintesi rassicureranno che non ci si deve preoccupare, che tanto intaccheranno solo una parte della struttura capitale delle banche, e quindi che  il rischio dei fallimenti sarà minimo.

Insomma, se una banca dovesse fallire, il suo capitale strutturale, formato anche dai depositi, inevitabilmente subirà un tracollo in termini nominali. “Diventerà chiaro a tutti – dice lo strategist indipendente – che un conto corrente in banca non avrà più valore come lo avrà una banconota”. Quindi, riassumiamo: se una banconota non può correre il rischio di perdere il suo valore nominale, mentre invece la cosa può succedere  per il denaro depositato nella banca, allora si può affermare che le banconote stesse diventano un deposito più sicuro di un conto corrente.

Messa così, a rischiare pare che siano i conti più ricchi, ma chi definirà il limite di tale ricchezza ? A quanto ammonterebbe la probabile soglia onde evitare che il conto corrente bancario non venga  confiscato? E  se così fosse, cosa dovrebbero fare  coloro che hanno lavorato una vita per mettere da parte qualche risparmio (ammesso che nel frattempo non siano stati costretti ad attingervi per sopravvivere) necessario ad aiutare i figli ? L’unica vera alternativa?  Sarà inevitabile la  “corsa agli sportelli” per ripulire i conti…

 

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1 COMMENT

  1. una alternativa è la suddivisione del proprio capitale in più conti correnti di banche differenti, un po’ qua, un po’ là, ciò però aumenta i costi di gestione dato che non tutte le banche offrono conti a zero e la difficoltà di seguire 3, 4, 5, conti invece di seguirne uno.

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