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Difendono l’inno per proteggere lo stipendio che pippano

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di GILBERTO ONETO La vicenda è nota: qualche giorno fa prima della finale di Coppa Italia fra la Juve e il Napoli, allo stadio partenopeo una parte del pubblico ha fischiato l’esecuzione dell’Inno di Mameli. Poco importa che la contestazione  fosse diretta alla patriottica marcetta o che fosse invece un segno di scarso apprezzamento per le doti di gorgheggiatrice di tale Rosalba Pippa, in arte Arisa, una giovane cantante lucana di Pignola: il giudice sportivo ha rifilato una multa di 20mila Euro al Napoli. Edifica riportare i commenti di alcuni illustri emuli di De Amicis presenti al fattaccio. Giovanni Petrucci, presidente del CONI dal 1999: «Lo ripeto è becerume. Si dovrebbero vergognare. Ora si fa l’analisi di quando siano partiti i fischi, ma non c’entra niente: l’inno non si fischia mai».  Renato Schifani, presidente del Senato: «I fischi all’inno di Mameli sono incivili, inaccettabili e mi hanno sconvolto: credevo che in una giornata come questa il Pae
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