di ALESSANDRO MORANDINI
Ieri, parlando di disobbedienza, ci siamo lasciati a questo punto: "Per la maggioranza delle persone, quella stessa che aveva condiviso l’iniziativa delle ronde ma non aveva partecipato direttamente, continuare a sostenere le ragioni delle ronde stava diventando socialmente troppo costoso. Non si trattava più, ora, della propria casa e delle proprie cose che possono finire nelle mani dei ladri. Ora si trattava di salvaguardare la propria pacifica adesione all’istituzione obbligatoria: lo stato italiano" (VEDI QUI). Continuiamo.
L’azione collettiva contro lo stato
E’ possibile leggere tutta la vicenda occorsa in quel di Sarezzano scartando la posizione di chi concede allo stato-nazione il privilegio del monopolio della forza legale. Per questi individui la posizione espressa nei virgolettati dal comandante dei carabinieri sintetizza tutta la questione.
Le azioni collettive di un popolo dipendono soprattutto dalle opportunità offerte da ch
Lunghissimo, ma interessantissimo.
Va tutto bene.
Mi chiedo se possa esserci materia per preparare un “manuale del disobbediente civile”.
Cioè se esistono occasioni , frangenti, procedure ed altro che essendo codificati la leggi illiberali possano essere intaccati da un uso metodico e pianificato di comportamenti disobbedienti.
Consigli pratici, comportamenti non ortodossi, o anche illegali ma legittimi che si attuino nei confronti del potere vessatorio.
I comunisti avevano i vari libretti ideologici con norme comportamentali atte a realizzare la rivoluzione bolscevica.
I liberali potrebbero avere di molto meglio, con uno scopo nobile , il più nobile, la libertà individuale.