di MATTEO CORSINI
In una recente intervista, il ministro Graziano Delrio è tornato su un refrain ormai classico: la “golden rule” per escludere le spese per investimenti dal deficit: “Una buona pianificazione è una componente fondamentale di una politica keynesiana che non significa finanza allegra ma dare efficienza al sistema degli investimenti pubblici. Torniamo alla carica in Europa per la golden rule: bisogna penalizzare chi fa spesa pubblica corrente e premiare chi fa investimenti. La spesa pubblica corrente è un fardello ulteriore sul futuro dei giovani, quella per investimenti alleggerisce quel fardello. C’è una componente di equità generazionale”.
Posto che eliminare qualcosa a livello di rappresentazione contabile non equivale a modificare la realtà, dato che ogni spesa va finanziata e che le fonti possono essere, in ultima analisi, solo tasse presenti e/o future, la favola della “buona pianificazione” keynesiana, ancorché immortale, resta una favo