di FRANCESCO NARMENNI*
Vorrei iniziare questo nuovo testo raccontando una favola, non mia, ma del famoso scrittore greco Esopo, vissuto più o meno seicento anni prima di Cristo. È un brevissimo racconto che piace molto a mio figlio Giulio, intitolato “Il cinghiale e la volpe”.
Un cinghiale era intento ad affilare le zanne strofinandole contro la corteccia di un faggio. Passò di lì una volpe che restò a guardarlo. Il cinghiale, incurante del nuovo spettatore, continuò imperterrito a strofinare con così tanta forza e precisione da scuotere tutto, albero e cespugli intorno. “Che fai, signor cinghiale, ti affili le zanne anche se qui non c’è l’ombra di un solo predatore che possa cacciarti?” esordì la volpe. “Perché ti dai tanto da fare?”. “Carissima volpe, se ci pensi benino troverai la risposta” replicò il cinghiale, “se qualcuno mi dovesse attaccare all’improvviso, non avrei certo il tempo per affilarmi le zanne, ma se le avrò pronte, potrò f