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Elogio del populismo, nemico giurato delle élite stataliste

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di JOSEPH T. SALERNO Un recente editoriale sul New York Times ha invitato il partito repubblicano a non "buttare via la libera impresa" per abbracciare il populismo. Arthur C. Brooks, l'autore di questo articolo, fa due affermazioni ardite ma erronee. In primo luogo, afferma che i momenti populisti nel corso della storia - tra cui quello di Trump negli Stati Uniti - sono scatenati da gravi crisi finanziarie che si traducono in riprese lente e incostanti che aggravano le disparità di reddito e ricchezza esistenti. Nel ricorrere a un ingenuo determinismo economico per spiegare il populismo, Brooks manca completamente di considerare il risveglio della vasta classe media americana sempre più consapevole che le istituzioni e le politiche attuate sono state progettate dalle élites consolidate di entrambii partiti per opprimerla e saccheggiarla. Si consideri, ad esempio, l'infinita e immensamente costosa guerra contro il "terrore", il piano di salvataggio federale di istituzioni fina
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