lunedì, Dicembre 8, 2025
11.8 C
Milano

Fondatori: Gilberto Oneto, Leonardo Facco, Gianluca Marchi

Emmanuel macron ed il “big bang” dell’euro

Da leggere

di GERARDO COCO Il populismo, in parole povere, è la ribellione dell'uomo comune contro il potere e quello che oggi i media designano con questo termine è l’avversione per il potere europeo (LEGGI QUI). La retorica attuale lo rappresenta anche, con disprezzo, come sovranismo, posizione politica che reclama la sovranità nazionale, ma tale sovranismo è proprio la reazione di chi è consapevole di averla perduta. Angela Merkel  dal 2015, ha aperto le porte dell’Europa a più di 1,5 milioni di migranti senza sottoporre la sua decisione unilaterale al voto di nessuno e poi l’ha applicata a tutta Europa. L’anno scorso l’ex presidente del Parlamento europeo Martin Schulz per sottolineare la sua posizione sulla Brexit, affermò: “Non fa parte della filosofia europea che sia la massa a decidere del proprio destino”. Dopo un tale arbitrio da parte del capo di governo tedesco e una tale battuta insolente di chi presiede il più alto organo legislativo europeo, ci si dovre
Iscriviti o accedi per continuare a leggere il resto dell'articolo.

Correlati

3 COMMENTS

  1. Ottima, come sempre, l’analisi di Gerardo Cocco.
    Vorrei tuttavia sottolineare – pur senza conoscere a fondo la situazione reale in Francia e neanche quella tedesca di oggi – un altro possibile aspetto della «svolta» francese. L’euro – come moneta – è stato, come tutti sappiamo, una catastrofe: era inevitabile che lo fosse, mettendo in una stessa cassetta «vasi di ferro» (Paesi ad alta produttività = basso costo unitario di produzione, quindi bassa inflazione reale) e «vasi di coccio» (Paesi a bassa produttività = alto costo unitario di produzione, quindi alta inflazione reale). La catastrofe euro – tecnicamente inevitabile – era però prevista, anzi premeditata: per generare (dall’alto) una crisi che costringesse gli Stati ad un processo di unificazione che nessuno (nessun popolo) avrebbe altrimenti accettato. Della serie: siamo nelle peste, tornare indietro non si può, non ci sono quindi altre alternative che un passo avanti, verso «piú Europa». Avanti quindi con ulteriore cessione di sovranità e (finalmente!!!) con la vagheggiata nascita degli USE (United States of Europe). Il tutto, come direbbe la cancelliera, «alternativlos».

    A mio avviso l’elezione di Macron è da leggere esattamente in quest’ottica: il rampollo Rothschild deve portare a compimento il progetto eurocratico. Deve essere l’esecutore materiale, che – in pieno accordo con la (per non dire: con la complicità della) dott.ssa Merkel – dovrà gestire quest’ultima, delicatissima fase del progetto politico chiamato «Euro». A mio avviso la sua presidenza si muoverà quindi da subito in quella direzione: il suo «rilancio» dell’UE non può essere che un processo di «unificazione strutturale» di questa «Europa», con ministero delle finanze e bilancio comune europeo. Altro che «eurobond»…
    Se i tedeschi – come temo – accetteranno (o saranno costretti ad accettare) ci troveremo con una Francia, felice, impegnata a gestire sostanzialmente le risorse comunitarie: con il «Club Med» (Italia, Grecia, Portogallo, Spagna) a mendicare per la copertura dei rispettivi immensi «buchi neri» e con la Germania (+ Olanda, Austria etc.) a pagare per tutti. Un po’ come una novella «Cassa del Mezzogiorno» («Euro-Mezzogiorno»?): gestita da Parigi, invece che da Roma.

    Nota al margine: dall’unificazione militare europea (Forze Armate comuni) – di cui si parla in questo contesto – sarà con assoluta certezza esclusa la „Force de frappe“ (nucleare) francese. Nessun francese, neanche Macron, darà in mano ad un non-francese (mai che meno ad un tedesco) le chiavi degli arsenali atomici francesi: con buona pace di tutte le panzane europeiste. L’Europa unita sarà (se mai ci sarà) un’Europa a conduzione francese: rigorosa con tutti (fuorché con se stessa). Spero solo che l’«aiuto italiano» (col velleitarismo di Renzi e/o la fantasia di Grillo) contribuisca a far fallire il progetto…

  2. I cosiddetti populisti stanno scontando il fatto di non offrire alcuna alternativa a questa UE. Parlano di Europa dei popoli senza dire che cosa sarebbe e perché sarebbe diversa dalla UE. La gente si rende conto che non hanno nulla in concreto da proporre e ha paura di loro. Qualunque persona sana di mente ha paura di lasciare la UE senza sapere cosa altro si farebbe.
    Il problema di fondo è la ostilità degli europei verso il federalismo, non ne vogliono sapere. E gli eurocrati lo sanno, infatti propongono un loro federalismo che è un socialismo camuffato per gli idioti.

  3. E’ incredibile che non si senta da nessuna parte, politici, governii, stampa, tv, un minimo di critica alla deriva sovranista di questa Europa a scapito di tutti i popoli… maledetti quelli che l’hanno inventata… teorici sognatori sinistri di Ventotene che hanno spianato la strada senza rendermene forse conto al predominio delle banche e al dio moneta che del destino della gente se ne fa un baffo… c’è ne fossero di Le Pen in giro… La Merkel va bene e la Le Pen no? Sono diventati tutti strabisi i commentatori?… per no dire lecca….

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Articoli recenti