di FRANCO CAGLIANI
Nel gennaio 1919, i deputati del Sinn Fein rifiutarono di sedersi a Londra e costituirono il Parlamento libero d’Irlanda, il Dail Eireann, che nominò un governo presieduto da De Valera, la cui evasione era stata organizzata da Michael Collins, capo dei servizi segreti dell’IRA. Seguirono due anni di guerriglia contro l’esercito e la polizia inglese.
Il 6 dicembre 1921, i negoziatori repubblicani (tra i quali Michael Collins, dotato di un acuto senso possibilista) firmarono un trattato abbastanza ipocrita. Gli inglesi riconoscevano la sovranità dello Stato libero su tutta l’isola, ma esigevano la creazione al Nord di un mini Stato transitorio composto da sei contee (a maggioranza protestante), al quale sarebbe stato concesso il diritto di scegliere se rimanere o no membro del Regno Unito. Quella storia, non è ancora finita, però.
«È nostra ferma convinzione che il decennio in cui viviamo sarà cruciale e vedrà lo svolgersi del referendum s
Conosce poco la mia terra. Non è “cattolica” da un po’.
Gli irlandesi sono europeisti convinti.
Non si riunirano MAI co i perfidi inglesi!
L’articolo cmq è pieno di errori.
Grazie per la sua opinione
la parte cattolica forse…se aspetta un po di tempo penso sara lEIRE a r&unirsi allo UK