di ALBERTO LEMBO
Le ultime accelerazioni del processo di integrazione europea e il progressivo svuotamento di sovranità imposto agli Stati dal Moloch europeo mi portano a ripensare a quanto in tempi ormai lontani si era lucidamente e da più parti paventato.
Ricordo, fra i tanti, un intervento di Roberto de Mattei che scriveva: “Dal punto di vista economico… studiosi illustri e premi Nobel come Maurice Allais, James Tobin, Paul Samuelson, hanno messo in luce i rischi e i pesanti costi dell’unificazione europea. In Italia viene ripetuto senza mezzi termini che per entrare in Europa bisogna versare lagrime e sangue. L’ Unione europea non ci introduce, dunque, ad un maggiore benessere, ma a sacrifici e rinunzie. L’Europa di Maastricht [con riferimento al Trattato sull’Unione europea del 7 febbraio 1992] è un disegno politico che ha un alto prezzo da pagare […]. La cittadinanza europea è una finzione giuridica e politica che non certifica e non crea alcun popolo euro
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