Ferrovie, il mito del “binario unico” per spillare ancora contributi

di GIANFRANCESCO RUGGERI La recente tragedia ferroviaria che si è verifica in Puglia ha scatenato due diverse tipologie di speculazioni. Da un lato come al solito il dolore fa audience e così ecco i giornalisti raccontare i dettagli più macabri e le vicende più tristi, eccoli inseguire i parenti delle vittime collezionando lacrime e disperazione, di norma in questi casi non manca mai chi chiede ad un familiare in lacrime “come si sente?” Demente, come vuoi che si senta? Poi c’è un’altra speculazione quella dei lamentoni di professione, quelli che davanti alle disgrazie trovano modo di chiedere, di accusare gli altri, di rivendicare qualcosa; capita così che sui giornali impazzi la vicenda di un sud abbandonato, di una rete ferroviaria meridionale disastrosa, perché lo stato i-tagliano investirebbe solo nell’alta velocità in Padania… anche se in realtà ai padani l’alta velocità non va proprio del tutto a genio, provate a chiedere in val Susa se non ci crede