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Finis italiae, la causa del disastro italiano è l’italiano

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ITALIANOdi MARIETTO CERNEAZ

Solo i parassiti che governano, e quelli che vivono di spesa pubblica, mostrano fiducia nel futuro dell’Italia. Peccato che i dati, ma soprattutto la vita reale (sconosciuta a quelli della casta), dicano ben altro. Luigi Cortinovis, su queste pagine, mette quasi quotidianamente il dito nella piaga, con la sua divertente rubrica “La Ripresa 2015“.

Qui si sta precipitando di anno in anno, insieme al disagio economico che cresce, insieme ad una pletora di zecche senza eguali nel mondo cosiddetto occidentale, corroborate dal lavoro dei delatori fiscali. La stampa italiana non smette di essere il trombone del regime. Del resto, “il giornalista italiano lo riconosci subito, è quello la cui massima ambizione è fare il portavoce o l’addetto stampa di un politico”. Gli investimenti son sempre meno, anzi si nazionalizza l’acciaio (vedi ILVA), si aumenta la spesa pubblica, si sperpera e gli stranieri stanno alla larga da un paese levantino, che non dà alcuna certezza, né in materia di diritto, né in materia fiscale, dove non solo aumentano in continuazione le tasse, ma dove la babele burocratica è diventata inestricabile, “serve sempre una legge”, salvo poi il pagare qualche mazzetta agli addetti ai lavori.

A dire il vero, non serve neppure citare i numeri per dimostrare quanto sopra. Che l’agonia sia lenta ma continua (finché si resta ancorati alla moneta unica, uscirne accelererebbe il botto), lo si percepisce stando tra la gente vera, vivendo lontano dai palazzi, provando a lavorare. Il paese è marcio, economicamente e culturalmente, s’è trasformato in una pletora di questuanti che pare abbiano solo diritti da esaudire. Ma rigorosamente a spese degli atri.

La depressione economica è la quotidianità. Pensare che il problema dell’Italia sia l’euro (moneta senza dubbio fallace, come ogni moneta fiat imposta dall’alto) significa solo illudersi e sperare, ancora una volta, che votando qualche cialtrone, ignorante e demagogico, si arrivi alla soluzione. La causa del disastro italiano è l’italiano, un’invenzione figlia dell’unità giacobino-garibaldina. Qualche anno prima dello scoccare del Novecento, Vilfredo Pareto ammoniva: “Il governo italiano è un governo socialista borghese che spoglia e riduce in miseria i contribuenti per favorire la consorteria che governa il Paese”. Gattopardescamente parlando, han fatto finta di cambiare tutto, ma non hanno cambiato niente! E’ giusto, e logico, che ora si paghi dazio. “Finis Italiae”… lo capì anche l’ex ambasciatore Sergio Romano.

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