di GILBERTO ONETO
Il titolo è accattivante, l’argomento di attualità, la Casa Editrice una sicura garanzia di serietà, il nome dell’autore trova immediata simpatia per l’omonimia con uno dei Gufi, l’indimenticata intelligente formazione musicale degli anni Sessanta e Settanta.
La lettura risulta invece nel complesso un po’ deludente e chi si aspettava una disanima del mondo autonomista meridionale (ribollente, come dice il sottotitolo) resta un po’ a bocca asciutta.
Il riferimento a sigle, personaggi, associazioni e iniziative politiche è costante e denota una conoscenza che avrebbe potuto produrre un “atlante” utile e significativo, ma finisce per essere diluito nella solita lamentazione meridionalista. È difficile ipotizzare se si tratti di una scelta (sbagliata) dell’autore o se sia l’ineluttabile frutto di una situazione politica e culturale complessiva, ma il libro è il solito cahier de doléance, la frusta litania di tutte le deprivazioni vere o
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