di MATTEO CORSINI
In occasione dell’anniversario decennale dei primi eventi che segnarono l’inizio della crisi – con BNP Paribas che congelò alcuni fondi monetari perché imbottiti di cartolarizzazioni di mutui subprime divenute totalmente illiquide e destinate a crollare nei mesi a venire – si sono moltiplicate le analisi di quanto successo da allora a oggi. Purtroppo anche chi mette in evidenza che le falle furono tamponate, ma che il debito è aumentato – come ha fatto Fabio Pavesi sul Sole 24Ore – omettono a mio parere di individuare le reali cause di quella crisi e di quella che prima o poi inevitabilmente ci sarà.
Il coro pressoché unanime consiste nell’affermare che “non sono stati ripetuti gli errori del 1929” quando la politica monetaria divenne restrittiva esacerbando la crisi. Per inciso, si tratta della lettura di quei fatti fornita da Milton Friedman, che poi divenne mainstream. Ben Bernanke, presidente della Fed dieci anni fa, basò il suo opera