di PAOLO L. BERNARDINI
Di passaggio per Milano Centrale, e di corsa per Linate – nella mia vita sempre in viaggio, in attesa dell’ultimo, e preparandomi all’ultimo, che si fa proverbialmente da soli, essendo sempre solo – mi fermo da Feltrinelli. Cerco in verità l’ultimo libro di Sergio Romano – “Il suicidio dell’URSS”, Teti Editore – perché oggi, 12 aprile, devo presentarlo ad Amburgo in un pomeriggio organizzato dal mio ateneo, l’Insubria, e dal CERM, Centro sulle Minoranze, valorosamente diretto dalla collega Paola Bocale.
Non trovo però il libro di Romano, esaurito di già. Siccome per principio non esco mai da una libreria senza aver acquistato un libro (o da un’enoteca senza una bottiglia di vino) ne prendo uno in fretta e furia. “Diari ucraini”. Autore, Andrei Kurkov. Editore Keller. Nella mia ignoranza non conoscevo Kurkov. Uno sguardo alla sua biografia mi fa capire che – potrei scommetterci – vincerà presto il Premio Nobel. Tradotto