di GUGLIELMO PIOMBINI
I nostalgici del comunismo, dopo aver trascorso tutti gli anni ’90 a leccarsi le ferite per la fine ingloriosa del socialismo reale, all'inizio degli anni 2000 aprirono un nuovo fronte di lotta contro la globalizzazione dell’economia che aveva preso piede in quel decennio. Fu un'alluvione di libri, saggi, articoli, manifestazioni, proteste di piazze che denunciavano lo sfruttamento, l’impoverimento, la disoccupazione, la disuguaglianza, la distruzione dell’ambiente e delle culture locali che l’espansione del libero mercato su scala globale avrebbe portato in tutto il mondo.
Sono passati più di 25 anni da quegli avvenimenti, e possiamo tirare le somme. Lo ha fatto Johan Norberg nel libro "Progress", premiato nel 2016 come libro dell'anno dall'Economist e dall'Observer.
Mostrando dati inoppugnabili, lo studioso svedese dimostra che, contrariamente a quello che pensa la maggioranza della gente, i decenni di espansione della globalizzazione sono
@BHO il bruciore è un side effect che dovrebbe illuminare la vista 🙂
ma che diamine dici?