di MATTEO CORSINI
La discussione sui due parametri principali introdotti nel 1992 con il Trattato di Maastricht e da allora principali vincoli di finanza pubblica nell’Unione europea è pressoché continua da un quarto di secolo. Da un lato chi difende il limite del 3% di deficit in rapporto al Pil e del 60% per il debito pubblico; dall’altro coloro che li ritengono non scientifici e da rivedere, solitamente al rialzo.
Non dovrebbe stupire che i primi siano per lo più cittadini dei Paesi sostanzialmente in linea con quei parametri, o non troppo distanti, mentre i secondi provengano da quei Paesi, Italia in primis, in cui la tossicodipendenza da spesa pubblica in deficit sembra un male incurabile.
Un signore francese va da tempo sostenendo di essere l’inventore del 3%. Si tratta di Guy Abeille, che a suo dire lo ideò nel 1981, quando era un funzionario del ministero del Bilancio della Francia, alle prese con un aumento considerevole della spesa pubblica a opera dei soci