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Il crepuscolo della lega, a caccia dei voti dei “voltaggabana” italiani

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zaia_tosi_salvinidi FABRIZIO DAL COL

Con l’inizio dell’anno 2015, avevo scritto sul MiglioVerde, un articolo molto polemico sulla nuova politica della Lega, e questo era Il titolo: Tutti sul….Carroccio. La lega è come la neve: non serve spalare se ne va da sola. Quello che scrissi allora non era affatto profetico, era solo una analisi politica proiettata in avanti, e basata solo sulle azioni politiche che il segretario federale Salvini stava per portare a compimento.

Nell’articolo di cui sopra, sostenevo che la trasformazione politica della Lega era stata solo un calcolo matematico, e i fattori politici più recenti oggi sono lì a confermarlo. Con gli stati generali la Lega aveva già rinnegato l’indipendenza, ecco che oggi  il calcolo matematico di Salvini sarebbe servito a fare molto di più: sostituire i voti di tutti i leghisti della prima ora con quelli dei più tradizionali e “voltagabbana” italiani. Ad allargare il consenso del partito al Sud ci aveva timidamente provato anche Bossi, ma per salvare la Lega di oggi, Salvini ha provato a farla diventare un partito nazionale come quello di Le Pen.  Nel bel mezzo di questa scelta, che personalmente ho ritenuto sbagliata, le elezioni regionali emiliane avevano però dato a Salvini una indicazione politica chiara: quella dell’affluenza voto, che dalla media intorno all’ 80%, alle ultime elezioni si è ridotta a meno della metà. Il segretario leghista, a mio parere, ha trascurato il dato emiliano per dare  un nuovo volto politico al partito e cercare nella destra francese la via per farlo diventare un partito nazionale.

Dopo aver conseguito l’obbiettivo e anche il salvataggio della Lega, Salvini ha procacciato in via esclusiva la proposta politica “NoEuro” e ha letteralmente mollato l’unico vero patrimonio politico che ancora aveva il partito: l’idea federalista, che oggi non è menzionata più da nessuno, se non da Tosi. Ora sta accadendo che rinuncia a correre in Campania, ha mollato la candidatura leghista in Liguria, s’è alleato con Berlusconi ed altri in Veneto. «Il modello lepenista è stato utile a fare un buon risultato nazionale alle Europee. Ma ora bisogna fare una lega più leghista», ammonisce il Senatur. Il braccio di ferro è comunque in corso, e ormai è chiaro che in Veneto si gioca la partita finale della Lega e la preoccupazione di tutta la dirigenza leghista è abbastanza evidente.

Come scrivevo nell’articolo citato sopra, la Lega era originariamente nata per cambiare lo Stato, ora invece è certo che lo Stato sta cambiando la Lega. Salvini potrebbe avergli decretato la fine senza nemmeno saperlo, ma se non correrà ai ripari forzando con la sua candidatura a sindaco di Milano, si potrebbe  trovare a decretare  anche la sua fine politica. Infatti, le elezioni regionali del Veneto oggi vedono Zaia meno sicuro e la Lega ad avere paura per un sondaggio riservato che circola in Via Bellerio. Quel sondaggio, darebbe il governatore veneto Luca Zaia a soli 5 punti di vantaggio rispetto alla candidata del Partito democratico Alessandra Moretti, ZAIA 44%-MORETTI 39%. Queste le tre cifre che stanno facendo perdere il sonno ai leghisti: 44% Zaia, 39% Moretti, 10% Tosi, espulso dal Carroccio. In sostanza, Salvini potrebbe dare la stura a tutta la faccenda, ma se il voto ragionale favorisce il Pd, e  Renzi decidesse per le nuove elezioni politiche, la Lega, che non ha grandi disponibilità finanziarie, ha tutto l’interesse a tenere stretti gli accordi col partito del Cavaliere. Così, come scrivevo allora, anche oggi vedo la Lega come la neve: non serve spalare, se ne va da sola.

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3 COMMENTS

  1. Son daccordo con Gianfrancesco. Per assurdo, dopo 5 anni di Moretti voglio proprio vedere chi in Veneto penserà ancora all’italia unita…

  2. Ogni elezione è sempre stata vitale, salvo quando l’alleanza con B. gli ha permesso di governare in tranquillità. Le sue stesse parole sono una denuncia: ritrovare coerenza, ma ciò è impossibilie. La Lega è un sistema di potere, figuriamoci se i vertici modificano se stessi.Le elezioni, a qualsiasi livello, sono del tutto inutili, ininfluenti, tanto il risultato lo decide a tavolino la politica. Con una legge elettorale mutante e in mobilità, prima del voto si spartiscono tutto, poi decidono il turno di chi deve vincere. La lega non è ancora scomparsa ? 20 anni fa era già scomparsa, piena di debiti, ha trovato chi li ha ripianati per non sparire. Se partecipa al banchetto nazionale non scompare, semmai sarà inglobata in via definitiva, ma oggi che il banchetto si è frantumato, e gli affari pure, non troverà più un San Silvio che la salvi

  3. io sento dire che la lega sta per sparire ormai da 20 anni. mi chiedo sempre quanto ciò sia una analisi politica e quanto sia un auspicio, un desiderio. possibile che ogni elezione sia vitale per la lega, prima Maroni adesso Zaia? Io più che chiedermi quando sparirà, mi chiedo quando ritroveranno un minimo di coerenza e la finiranno di comportarsi come una maionese impazzita!!!!
    Poi se perdesse il veneto, così come se avesse perso la lombardia, forse è un bene, mi spiacerebbe per Zaia, ma forse iniziano a cedere un po’ di teste, teste di c… aver vinto in Lombardia a cosa è servito? a nulla, vincere in veneto servirà a garantirsi un po’ di posti e basta o a lottare per l’indipendenza? se serve solo ai posti, meglio perdere, ma non è detto che perdendo sparisca la lega, forse è la volta buona che fanno un bel repulisti.

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