di PAOLO L. BERNARDINI
Riflettere sull’immensa eredità di Anders Chydenius, figura centrale del Settecento nordico, significa ponderare sui fondamenti stessi della dottrina del libero mercato. Ma anche sui benefici del decentramento e delle secessioni, della creazione di piccoli Stati indipendenti fuori dal controllo dei Leviatani ove il capitalismo è viziato dai rapporti col potere politico cui deve – ma non dovrebbe essere così – la propria ascesa.
Chydenius ripeteva che lo Stato dovrebbe attenersi al settimo comandamento, “Non rubare!”, ma è grazie alla secolare, forse millenaria violazione di tale modello che gli Stati sono cresciuti fino a diventare gli abomini – in gran parte, non tutti – che dominano ora il mondo. Degno di nota il fatto che dell’economista filosofo e vorrei dire anche teologo svedese (finlandese di nascita, ma allora e fino al 1809 la Finlandia era provincia – sfruttata e vessata – svedese), si interessino non solo pensatori liberal