di MATTEO CORSINI
Qualche settimana fa la Corte suprema degli Stati Uniti, ribaltando i precedenti due gradi di giudizio, ha considerato legittimo il rifiuto opposto nel 2012 da un pasticcere di Lakewood, in Colorado, a preparare per due uomini una torta nuziale.
Sull’inserto domenicale del Sole 24Ore Ermanno Bencivenga ha commentato il fatto. Ecco Alcuni passaggi:
“La parola «tolleranza» è spesso usata, con enfasi e senza molto riflettere, per designare una generica virtù positiva; ma, come ho mostrato nel mio libro Prendiamola con filosofia, può accadere che la tolleranza entri in contraddizione con sé stessa e causi l’insorgere di un dilemma morale (o legale). Il caso che ho descritto ne è un brillante esempio. Una coppia gay ha il diritto che vengano tollerate le sue preferenze sessuali. D’altra parte, una persona che svolge un lavoro creativo e in tale lavoro si esprime, ha il diritto che vengano tollerate le sue preferenze su che cosa è disposto o non è
c’è in giro per effetto forse della pubblicità attraverso i media una massa di cretini che pensano che i diritti siano solo i propri… come questi che la torta potevano farsela fare da qualche loro amico pasticcere…
Il diritto violato più sconvolgente trovo che oggi sia da parte di quelli o quelle che vogliono avere un figlio, si e no parzialmente loro, senza riconoscere al nascituro il diritto di sapere che è il suo padre e la sua madre… la nostra civiltà si basa anche su questo, se pensiamo di non essere una delle antiche forse tribù africane…
che è altra cosa dalla realtà scientificamente accertata che il sei per cento della popolazione non discende dal padre e della madre che ritiene di avere… le corna ci sono sempre state… i sensi di colpa che si vogliono tener nascosti anche…