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Il vaccino contro il “virus della spesa pubblica” non lo troveranno mai

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di MATTEO CORSINI Mentre è ragionevole prevedere che prima o poi (sperando più prima che poi) sarà disponibile un vaccino contro Covid-19, non è (ahimè) altrettanto ragionevole prevedere che arriverà un giorno in cui sarà debellato il virus che infetta coloro, e sono tanti, che vedono nella spesa pubblica in deficit la soluzione a ogni problema. Posto che l’aumento del deficit è pressoché inevitabile, dati i sistemi che compongono il cosiddetto stato sociale che caratterizza l’Italia e tanti altri Paesi, allorquando si verifica una recessione l’idea di “fare di più” è la prima che viene in mente ai portatori del virus della spesa in deficit. Non c’è da stupirsi, quindi, che i politici italiani invitino il governo a fare operazioni straordinarie in deficit per una quantità più o meno consistente di miliardi, anche contando sul fatto che nel 2019 il deficit è stato inferiore al previsto, ossia 1.6% anziché 2.2% del Pil. Il problema è che, al posto de
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2 COMMENTS

  1. Parlando di virus, spesa pubblica e situazione attuale sto notando questo: 1) si parla solo di sospendere il pagamento di tasse e contributi. Nessuno di quelli che dovrebbero farlo (perché benché abusivi sono al governo…) sta notando che se le aziende non lavorano non incassano e quindi neanche in futuro avranno i soldi per pagare le tasse, il denaro non possono stamparlo, cosa intendono fare, un ondata di fallimenti provocati dalla voracità statale come ai tempi di Monti? 2) si parla solo di maggior deficit il che equivale a maggior debito e maggiori tasse future, quindi siamo daccapo, oltretutto il deficit non è neanche per la solita fallimentare manovra keynesiana (speranza di maggior PIl per l’aumento della tassazione e della spesa) ma solo per tappare il buco della recessione 3) nessuno e ripeto nessuno invece prospetta il taglio della spesa pubblica faccio degli esempi, eliminazione del reddito di cittadinanza, taglio della quattordicesima mensilità per dipendenti pubblici, licenziamento di dipendenti pubblici in esubero (e ce ne sono come dimostrano i furbetti del cartellino), controlli stretti su pensioni invalidità e sociali. Un governo più inadatto non potevamo aspettarcelo, rimpiangeremo le follie e le asinate del duo Monti-Fornero, temo. Il problema è che chi è abituato ad avere lo stipendio a fine mese non capisce che un azienda che chiude difficilmente riaprirà e chi perde clienti farà fatica a ritrovarli….

  2. Sono abbastanza vecchio da ricordare che ad Ugo La Malfa, acerrimo nemico dell’aumento incontrollato della spesa pubblica corrente, fu affibbiato il nomignolo di “Cassandra”. E come lui anch’io mi sono illuso che la democrazia contenesse in sé gli anticorpi necessari per evitare che un’economia “mista” degenerasse in un’economia sempre meno “mista”, con progressiva invadenza del pubblico. Il caso ha voluto fulminarmi lungo la via per Damasco. Ora mi è chiara la scellerata strategia dell’après moi le déluge.

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