di CLAUDIO BERTOLAZZI
Nel Belpaese tanti, e forse troppi, si dichiarano sempre più di frequente “liberali” o “libertari”tout-court (un giorno spero che qualcuno mi spieghi la differenza...). Certo, abbiamo letto i maestri del liberalismo e ne abbiamo assorbito almeno i passi più importanti; magari sappiamo cos'è la scuola austriaca (ma quale liberale oserebbe affermare di non conoscerne almeno le basi...), sappiamo chi sono Von Hayek e Friedman e abbiamo menzione delle fascinose utopie urbane di Nozick e del pragmatismo scientifico di Moroni; aborriamo (of course!) Keynes e parteggiamo apertamente, ci mancherebbe, per il libero mercato e per il libero scambio; magari conosciamo anche e le regole egualitarie del “Rule of law” e del tanto celebrato (ma mai realizzato) Stato di diritto. Sosteniamo senza esitazioni l' approccio etico della prospettiva libertaria sulla natura giusnaturalista dei diritti inalienabili di ogni individuo , e non tralasciamo di denunciare con v
Ogni tanto nascono parole nuove che fanno capo ad una specifica era, in questo momento ci troviamo in pieno regime di libertà, almeno é quello che molti credono mentre il ribelle é quello che porta in testa i segni delle manganellate.
Quelle belle parole di speranza per un reale cambiamento, sono rimaste tali attraverso i tempi e non trovano nella storia una comprensione allargata ad un numero considerevole di cittadini per imporre alla classe di Potere un reale combiamento.
Il Paese Italia é ricco di storia in modo da adottare un sistema Politico fondato sull’etica, sulla fratellanza e su un bilanciamento delle risorse Paese, ma non é così. Qui si scornano giornalmente per rubare nel piatto del proprio fratello e la Religione Cattolica non é stata di buon esempio nel corso dei duemila anni.
Mettiamo da parte tutte le filosofie e tentiamo di procedere con i Piedi perterra e il cervello attaccato alla testa. Gli esempi di Mala Politica, Mala Giustizia e Mala Sanità ci seguono giornalmente e non v’é la volontà di migliorarci neanche dinnanzi all’acclamato fallimento Economico che é il termometro delle reali capacità del Paese,
Aspettiamo il Big Bang che ci metterà tutti in ginocchio molto peggio della Grecia, poichè il nostro debito pubblico é di dieci volte superiore, considerando anche i debiti dell’Industria, delle Famiglie e dei Comuni.
Ogni tentativo di costruire un ponte fra l’Autorità e i cittadini viene negato, perché toglierebbe agli interessati la possibilità di occupare le poltrone immeritate e grattare sul rimanente nel fondo del pentolone finanziario..
Mi fermo qui per non incorrere in accuse per lesa Maestà a pidocchi umani che occupano le poltrone di comando-
Anthony Ceresa.