di JAMES CONDOR
Nell’Italia dove i finti ciechi leggono il giornale e corrono nei parchi senza pudore, dove la furbizia regna sovrana e la dignità viene barattata per un pezzo di pane, la storia di Antonio Balbo rappresenta un’eccezione così grande da costituire un vero e proprio cortocircuito. Un cortocircuito capace di mandare in tilt il sistema. Perché la sua è la storia di un uomo sano ma ritenuto invalido, e che ha dovuto lottare tredici anni per farsi credere e rendere indietro una pensione che non aveva mai voluto. Un uomo cui le istituzioni, infatti, impreparate al cortocircuito, hanno devastato la vita senza pagare alcuna conseguenza: visto che nemmeno in tribunale, il giudice, pur dandogli ragione, è riuscito a individuare un solo colpevole.
Per comprendere bene ciò di cui stiamo parlando, cominciamo dall’inizio.
Siamo nel 1990. Antonio Balbo vive a Milano, ha 28 anni, è sposato da sei ed è padre di due figli. Ha un lavoro soddisfacente come arredatore
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