di LEONARDO FACCO
Anni fa, molti anni fa, dissi che l'indipendentismo sarebbe morto e avrebbe fatto solo muffa, se anziché a combattere lo Stato italiano i suoi rappresentanti si fossero messi a dibattere di altre questioni etiche e morali, che puntualmente dividono e spaccano il fronte unitario anziché consolidarlo.
Ciò è accaduto con la Lega Nord, i cui risultati sono lì da vedere, al punto tale che i giornaloni titolano entusiasti quando la Lega capeggiata da "Felpapig" perde le elezioni in Sicilia, regione un tempo additata come cloaca maxima dello statalismo clientelare. La Lega - come ho ampiamente e preventivamente denunciato - ha legittimato l'Italia. E lo statalismo italiano è peggiore di quello di un trentennio fa, allorquando il Carroccio balzò alle cronache urlando "Padroni a casa nostra" e "Roma ladrona". In milioni ci abbiamo creduto.
La stessa cosa, però, accade con altri indipendentisti nostrani, gli ultimi rimasti, che anziché battersi contro lo Stato
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