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Indipendentisti, non si gioca con le carte “truccate” dell’avversario

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di ENZO TRENTIN Il neo rieletto Presidente della Regione Veneto: Luca Zaia non vuole perdere altro tempo sul rischio di nuovi ricorsi alla magistratura che mischino per la quarta volta le carte dell'elezione dei Consiglieri regionali, e ha chiesto che non si aspetti un'altra settimana per riconvocare il Consiglio regionale. Ha tuonato: «Si è votato il 31 maggio e nel giro di 20 giorni il Consiglio regionale del Veneto ha subìto tre modifiche. Sono profondamente indignato per la situazione inaccettabile e paradossale che si è venuta a creare». E, in cerca di sostegno alle sue posizioni, si è affidato ai social network dove ottiene in poche ore oltre 1500 segnali di solidarietà. «Quanto sta accadendo oggi – ha proseguito Zaia - è vergognoso ed irrispettoso nei confronti degli eletti ma soprattutto degli elettori che vedono disattendere le scelte compiute nel momento massimo di espressione di una democrazia: il voto. Ricorrerò in tutte le sedi opportune affinché venga fatt
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1 COMMENT

  1. Mi pare ovvio che non si possa giocare con le carte truccate dell’avversario, sapendo che questi sia notoriamente un baro.
    La cosa è da tenere ben presente nel caso si volesse fare un referendum per l’indipendenza.
    Mi pare evidente che avendo a che fare con un avversario che “bara”, si dovrà avere la certezza assoluta che non vi siano brogli, ma essendo questi la norma nelle elezioni italiane, mi pare assurdo pretendere all’improvviso la correttezza. Quindi il tutto dovrà essere organizzato e controllato solo da noi, anche affidarsi ad enti o Società esterne è impossibile, vista la probabilità di corruzione (altra caratteristica italica).
    Altro punto è che come in tutti i paesi a votare sono i cittadini di quel paese (e non gli stranieri residenti o i lavoratori esteri o i turisti in transito) così nella votazione di un paese della Padania possono votare solo i cottadini padani e non i coloni, gli immigrati, i lavoratori italiani ed esteri in genere.
    Perciò il passo primario è la cittadinanza padana, da concedersi solo per ius sanguinis.

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