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Inflazione e covid: a voi la “zombieficazione” delle imprese

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di MATTO CORSINI

Uno degli effetti delle politiche monetarie ultraespansive che le principali banche centrali hanno posto in essere da anni e che sono state rafforzate nel corso del 2020 a seguito della diffusione del Covid-19, consiste nella “zombificazione” delle imprese.

Un fenomeno nel quale il Giappone ha fatto scuola con circa due decenni di anticipo, consistente nella crescente dipendenza dei debitori da un livello di tassi di interesse sempre più basso, pena l’insolvenza. Si tratta di debitori la cui attività caratteristica non è in grado di generare cassa non sufficiente a pagare oneri finanziari non artificialmente mantenuti rasoterra e che necessitano di un continuo roll-over del debito, perché non sarebbero in grado di rimborsarlo.

Per inciso, questa è poi anche la situazione di buona parte dei debitori pubblici, a partire dalla Repubblica Italiana.

Di fronte a un fenomeno che neppure il mitico Igor in Frankenstein Junior (“Gobba? Quale gobba?”) avrebbe negato, la presidente della BCE, Christine Lagarde, ha invece di recente escluso che le politiche espansive della banca centrale abbiano effetti di questo tipo.

Le banche, il cui margine di interesse soffre a causa dell’impossibilità di traslare i tassi negativi sui depositi, a fronte della inevitabile aumentata rischiosità di buona parte dei prenditori, potrebbero irrigidire le condizioni per le nuove erogazioni. A questo proposito, secondo Lagarde “le imprese che si sono indebitate pesantemente finora hanno bisogno della certezza che il rifinanziamento resterà disponibile a condizioni convenienti”.

Il fatto che abbiano bisogno di questa certezza contribuisce a smentire se stessa, se ancora esiste una logica. E’ fuori discussione che gli effetti della pandemia peggiorino le condizioni finanziarie di un gran numero di imprese, ma una parte di esse già prima del Covid-19 si restava solvibile solo grazie a tassi di interesse compressi dalla politica monetaria.

Se così non fosse, la politica monetaria stessa non avrebbe avuto ragione di restare così a lungo ultra espansiva. Sostenere cose illogiche fa parte della politica in senso lato, ma un minimo di pudore non guasterebbe.

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2 COMMENTS

  1. Il sistema è semplice, l’hanno capito anche i bambini: si scoraggiano i piccoli imprenditori vessandoli con complicazioni fiscali e burocratiche (che “ai grandi” fanno solo il solletico). E si finge di controllare “i grandi” con antitrust ed autority farlocche.

  2. In quanto libertari, siamo tutti un po’ matti ma attenzione ai refusi. Firmarsi Matto in luogo di Matteo rischia di offrire il fianco agli improvvisati critici che pur non capendo alcunché di satira, si metterebbero a fingere di satireggiare. Non voglio atteggiarmi a correttore di bozze ma anche il capoverso indicante la similitudine con il Giappone, ritengo abbia un “non” di troppo: “…debitori la cui attività non è in grado di generare cassa NON [ecco, mi sembra questo l’errore] sufficiente a pagare oneri” non artificialmente bassi. Nel contenuto direi che Lagarde e pudore non siano elementi fenomenologicamente conciliabili. Ma vale anche per il suo italico predecessore, il futuro successore di Benito MussoConte denominato anche “cavalier Mario Dragoglio” da Sua Maestà il Re e Matta…tore.

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